La nozione di igiene
Nei precedenti contributi abbiamo analizzato in maniera particolare il trattamento delle acque reflue dei nostri predecessori Romani, ed in particolar modo abbiamo accennato l’aspetto di salute pubblica relativo alla paura della diffusione di malattie e contagi.
Quest’ultimo poi è un problema tutt’ora rilevante ed attualissimo, anche in relazione alle recenti infezioni su scala globale generate dal Sars-CoV-2 (Covid – 19) e dal Monkeypox virus (Vaiolo delle scimmie), ma ha accompagnato l’uomo praticamente dagli albori della sua esistenza.
Naturalmente i due virus menzionati sono quelli che vanno – attualmente – per la maggiore al livello di rilevanza sui mass-media e social , ma è ben chiaro che sul piano regionale e statale ci sono pure altre molteplici malattie meritevoli di attenzione, legate ai più disparati fattori di trasmissione.
Fattori di trasmissione fra cui rientra – o influisce pesantemente – l’acqua contaminata ed in generale la cattiva gestione del trattamento delle acque reflue. Solo per citarne alcune, segnaliamo l’ebola, il colera, la dengue, la febbre gialla, la Mers, la difterite, la malattia da virus Marburg, il morbillo e l’influenza aviaria A (H5N1).
È importante perciò sottolineare la strettissima correlazione fra acqua e salute anche attraverso un breve excursus sulla storia dell’igiene.
Abbiamo già fornito in precedenza la definizione di “salute”, contenuta nella Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed è proprio sulla base del termine salute che nasce l’etimologia di “igiene”, ovvero dalla lingua greca ὑγιεινή (sottint. τέχνη), sostantivo femminile di ὑγιεινός «salubre, che giova alla salute», perciò ὑγιής «sano».
Ed è proprio l’OMS che dettaglia maggiormente il concetto, riferendosi all’igiene come a quelle
“ condizioni e pratiche che aiutano a mantenere in salute e prevenire la diffusione di malattie. L’igiene medica include quindi un insieme specifico di pratiche associate a questa protezione della salute, ad esempio la pulizia degli ambienti, la sterilizzazione delle attrezzature, l’igiene delle mani, l’acqua ed i servizi igienico-sanitari, e lo smaltimento sicuro dei rifiuti sanitari.”
È un aspetto che pertanto spazia in svariati campi, non solo relativo alla sfera umana personale, ma anche nell’industria manifatturiera (alimentare, farmaceutica ed altre) , nel commercio e nell’agricoltura, tanto da rappresentare un ovvio fattore di garanzia della qualità.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Il 23 settembre 2015 i 193 Paesi dell’Onu hanno sottoscritto il piano intitolato in questo paragrafo; agenda deriva dal latino e vuol dire sostanzialmente “cose da fare”: dunque un programma d’azione, con 169 target inquadrati in 17 goal (Obbiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs).
È un progetto ambizioso che riguarda gli aspetti ecologici, economici e sociali da portare a termine, negli auspici dell’Assemblea Generale dell’Onu che l’ha approvata, entro pochi anni; meno di 7 per la precisione.
Non possono mancare pertanto anche l’ottimizzazione delle risorse idriche, espresse compiutamente nell’Obbiettivo n. 6 “Acqua pulita e servizi-igienico sanitari”.
Entro il 2030 (tranne in un caso) dunque, ci si prefigge di raggiungere i seguenti traguardi:
- 6.1 conseguire l’accesso universale ed equo all’acqua potabile sicura e alla portata di tutti;
- 6.2 raggiungere un adeguato ed equo accesso ai servizi igienico-sanitari e di igiene per tutti ed eliminare la defecazione all’aperto, con particolare attenzione ai bisogni delle donne e delle ragazze e di coloro che si trovano in situazioni vulnerabili;
- 6.3 migliorare la qualità dell’acqua riducendo l’inquinamento, eliminando le pratiche di scarico non controllato e riducendo al minimo il rilascio di sostanze chimiche e materiali pericolosi, dimezzare la percentuale di acque reflue non trattate e aumentare sostanzialmente il riciclaggio e il riutilizzo sicuro a livello globale;
- 6.4 aumentare sostanzialmente l’efficienza idrica da utilizzare in tutti i settori e assicurare prelievi e fornitura di acqua dolce per affrontare la scarsità d’acqua e ridurre in modo sostanziale il numero delle persone che soffrono di scarsità d’acqua;
- 6.5 attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli, anche attraverso la cooperazione transfrontaliera a seconda dei casi;
- 6.6 (Entro il 2020) proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi.
Ed inoltre, collateralmente:
- 6.a ampliare la cooperazione internazionale e la creazione di capacità di supporto a sostegno dei paesi in via di sviluppo in materia di acqua e servizi igienico-sanitari legati, tra cui i sistemi di raccolta dell’acqua, la desalinizzazione, l’efficienza idrica, il trattamento delle acque reflue, le tecnologie per il riciclo e il riutilizzo;
- 6.b sostenere e rafforzare la partecipazione delle comunità locali nel miglioramento della gestione idrica e fognaria.
Naturalmente lo spirito del programma affonda le sue radici in ambiti che, seppur possono sembrare inclini alla retorica, sono importante da ricordare sempre e valorizzare: parliamo dunque della fine della povertà, la lotta contro le ineguaglianze e dunque il rispetto dei diritti umani, una gestione adeguata dei cambiamenti clima.
Le malattie legate all’acqua
“Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare; perciò il suo nome fu chiamato Marah. E il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: Che cosa berremo? [Mosè] invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce.” Esodo 15, 23-25
Quello descritto nel passo biblico summenzionato viene considerato da molti come un primo esempio di potabilizzazione delle acque; tuttavia, ci dà lo spunto necessario per definire un argomento intimamente legato alle premesse sopraesposte.
Da ricordare inoltre che l’acqua è la protagonista di altri due traguardi contenuti nell’Obbiettivo n. 3 “Salute e benessere”, cioè – sempre entro il 2030 – :
- 3.3 porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate e combattere l’epatite, le malattie legate all’uso dell’acqua e altre malattie trasmissibili;
- 3.9 ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da inquinamento e contaminazione di aria, acqua e suolo.
Le malattie legate all’acqua (Water Related Diseases) sono tutti quei significativi effetti avversi sulla salute umana,causati direttamente o indirettamente dalle condizioni o dai cambiamenti nella qualità o quantità di qualsiasi tipologia di acqua.
Possono pertanto includere sia malattie infettive sotto l’azione di vari agenti patogeni (virus, batteri, protozoi, vermi) , oppure malattie non infettive correlate alla presenza di sostanze inquinanti (cancro, disturbi neurologici ecc …).
In aggiunta, non sono da trascurare le cause legate alla carenza dell’acqua stessa o alla sua contaminazione durante eventi climatici avversi come siccità ed inondazioni; inoltre è importante menzionare l’influenza di alcuni vettori che hanno proprio nell’ambiente acquatico parte del loro ciclo vitale.
Queste patologie hanno come serbatoio (sorgente d’infezione) sia l’uomo sia gli animali. Ciò vuol dire che entrambi fungono da luogo dove i patogeni prosperano e si riproducono, in attesa di trovare un altro ospite.
Pertanto l’infezione in questi casi avviene attraverso tre porte di ingresso – i percorsi che i patogeni utilizzano per infettare un altro organismo – :
- Il tratto gastrointestinale, attraverso l’ingestione di acqua contaminata (sia potabile od utilizzata per scopi ricreativi);
- L’apparato respiratorio, per mezzo di inalazione d’aerosol;
- La cute, le membrane mucose e gli occhi, durante la balneazione o usi ricreativi.
Le malattie legate all’acqua possono essere classificate in quattro classi: le malattie trasmesse dall’acqua (Waterborne diseases), le malattie causate da scarsa presenza d’acqua (Water-washed diseases), le malattie basate sull’acqua (Water-based diseases) e le malattie concernenti gli insetti-vettori (Insect vector diseases).
Le malattie trasmesse dall’acqua sono quelle patologie che vengono diffuse attraverso l’azione diretta del bere acqua contaminata da microrganismi contenuti in escrementi umani o animali. L’acqua potabile non purificata può anche essere a sua volta una fonte di malattia di origine alimentare quando viene utilizzata nella preparazione del cibo, poiché comunque trasporta patogeni dannosi.
Fra i sintomi più comuni di questo insieme di malattie ritroviamo la diarrea, con l’ovvia produzione di feci in quantità eccessive ed il conseguente rischio di disidratazione, o nei casi più gravi la morte. Guardando le statistiche, la fascia d’età più fragile e soggetta ad un più alto tasso di mortalità e morbilità è quella dei bambini, in special modo quelli d’età inferiore a 5 anni.
Gran parte dei contagi delle malattie trasmesse dall’acqua avvengono per via fecale – orale in luoghi dove il trattamento delle acque reflue ed i servizi igienico-sanitari sono scarsi o nulli. Ad esempio, nelle zone rurali dell’Africa la contaminazione di tipo fecale deriva principalmente dal deflusso delle acque attraverso cespugli e foreste, le quali fungono da siti di defecazione per gli abitanti del posto.
Le principali patologie correlate (e fra parentesi l’inerente agente infettivo) sono il colera (Vibrio cholerae.), l’amebiasi (Entamoeba histolytica), la shigellosi o dissenteria bacillare (Shigella), criptosporidiosi (Cryptosporidium), il tifo o febbre tifoide (Salmonella enterica), giardiasi (Giardia duodenalis), il paratifo (una forma più lieve del tifo), balantidiasi (Balantidium coli), salmonellosi (genere Salmonella), enterite da Campylobacter, diarrea da Rotavirus, diarrea da Escherichia coli, epatite A (Hepatovirus), leptospirosi (Treponema, Leptospira e Borrelia.) e la famigerata poliomielite (genere Poliovirus).
Continuando, aggiungiamo che un altro fattore di rilevanza per le malattie trasmesse dall’acqua sono anche gli agenti inquinanti, cioè sostanze chimiche come arsenico, fluoruri, nitrati, pesticidi, piombo ed altri metalli pesanti.
Le malattie causate da scarsa presenza d’acqua sono patologie che proliferano in condizioni di un problematico accesso ad un’acqua sicura (safe water) e dunque in presenza di scarsità d’igiene personale. Perciò più che sulla qualità, la difficoltà si concentra sulla quantità della risorsa idrica. Alcune malattie di questo genere sono la scabbia (acaro Sarcoptes scabiei), ancora il tifo, la framboesia (Treponema pertenue), l’ impetigine (streptococcus pyogenes, staphylococcus aureus), il tracoma (Chlamydia trachomatis), congiuntiviti ed ulcere cutanee.
Le ovvie misure di prevenzione della trasmissione sono la maggior propensione alla cura personale, anche del tipo basilare come lavarsi le mani o il cavo orale (che, a dispetto dell’apparente semplicità, hanno precise metodologie d’applicazione).
Le malattie basate sull’acqua sono invece disturbi clinici originati da entità che vivono nell’acqua e diventano dei parassiti per la specie umana, dopo aver completato gran parte del loro ciclo vitale in ambienti acquatici; oppure da patogeni che infestano a loro volta organismi acquatici come lumache, pesci ed altri animali che vivono nell’acqua.
Tra le più importanti malattie selezioniamo la schistosomiasi (genere Schistosoma), la dracunculiasi (Dracunculus medinensis), la paragonimiasi (Paragonimus westermani) e la clonorchiasi (Clonorchis sinensis). Dunque anche in questo caso è importante la dovizia nella depurazione delle acque, evitando l’ingestione di acqua contaminata o l’esposizione della cute – perlopiù lesionata – ad essa.
Le malattie relative ad insetti-vettori non sono connesse direttamente all’acqua da bere. Effettivamente, le patologie correlate concernono il contatto diretto fra uomo-insetto tramite morso: gli insetti, portatori dei patogeni, sfruttano infatti gli specchi d’acqua per riprodursi, oppure vivono nelle loro vicinanze.
La maggiore incidenza di questo genere di patologie la ritroviamo principalmente nelle zone africane tropicali, dove scarseggiano buone pratiche di gestione ambientale e sanificazione.
È molto importante dunque mettere in considerazione tutti questi fattori durante la progettazione, costruzione e messa in esercizio di opere idrauliche poiché la proliferazione dei vettori è dovuta molto spesso a processi di stagnazione dei corpi idrici.
Tra le più diffuse malattie di questo tipo distinguiamo in:
- trasmesse dalle zanzare come la malaria, la febbre gialla, la dengue, la filariosi, febbre del Nilo Occidentale; così come quelle
- trasmesse da mosche, pappataci e congeneri ovvero la oncocercosi (cecità fluviale), la tripanosomiasi (malattia del sonno dell’Africa occidentale), la leishmaniosi (Kala-azar) e la loiasi.
Bibliografia ed approfondimenti
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- Surveillance of water-related infectious diseases ,Training on water-related infectious diseases (WRID) – Module 1.2 of Surveillance of water-related disease, WHO/OMS (World Health Organization – Organizzazione Mondiale della Sanità), 2022.
- Setting up, improving and maintaining national systems for Water-Related Infectious Disease (WRID) surveillance, Training on water-related infectious diseases (WRID) – Module 1.3 of Surveillance of water-related disease, WHO/OMS (World Health Organization – Organizzazione Mondiale della Sanità), 2022.
- The Protocol on Water and Health Driving action on water, sanitation, hygiene and health, WHO/UNECE (World Health Organization – United Nations Economic Commission for Europe), 2021.
Note: per il lettore curioso di approfondire l’eziologia e la sintomatologia delle malattie o degli agenti patogeni summenzionati, si consiglia di visionare ed effettuare ricerche puntali sul sito online https://www.msd.com/ , gestito Merck & Co. casa farmaceutica fra le più autorevoli al mondo